mercoledì 21 febbraio 2018

Per sciare ci vuole chimica

Siamo in pieno clima olimpico, e cosa c'è di più affascinante di queste due settimane in cui il mondo sembra fermarsi per guardare centinaia di atleti e atlete darsi battaglia per conquistare una medaglia d'oro? Le Olimpiadi sono da sempre un momento magico, una specie di bolla in cui la battaglia è solo sportiva e dopo la gara ci sono solo sorrisi e abbracci. 


Alle Olimpiadi Invernali è lo Sci lo sport più seguito, il più simbolico, e per poter vincere una medaglia nello sci sono necessari anni di preparazione, allenamento, sacrifici... e un po' di chimica.
Sì, perchè per poter sfrecciare a più di 100 Km/h su una pista innevata, non si perfezionano solo gli atleti, ma anche le attrezzature con cui questi atleti gareggiano.
Come chiunque abbia mai sciato sa perfettamente, esistono svariati tipi di cere che vengono applicati sugli sci per fare in modo che scivolino più velocemente sulla neve; ciò che apparentemente sembra semplice, come il gesto di spalmare della cera su un'asse, nasconde invece molti segreti.


Le cere

Chimicamente parlando, con il termine cera si indica una miscela di esteri che rispetta le seguenti caratteristiche:
  • malleabilità a temperatura ambiente;
  • un punto di fusione di circa 45 °C 
  • una viscosità relativamente bassa quando fusa (diversamente da quasi tutte le materie plastiche);
  • insolubilità in acqua;
  • idrofobia.
Sicuramente quando si parla di cera la prima a venire alla mente è la cera d'api, ma in realtà ne esistono moltissimi tipi, sia naturali (che possono essere di derivazione animale o vegetale) che sintetiche.
formula della cera d'api
Esistono anche un terzo tipo di cere ed è quella detta paraffiniche, ricavate dalla distillazione del catrame, composte da idrocarburi solidi.

Le cere sono diffusissime in natura perchè svolgono molteplici ruoli di grande utilità: molte foglie sono ricoperte da sottilissimi strati di cera che le preservano dall'umidità, dalle malattie e dai parassiti; le mele, ad esempio, così come molti frutti, hanno sulla buccia uno strato di cera che fa scivolare via l'acqua (edè il motivo per cui acquistano lucentezza se vengono strofinate); molti animali producono cera per proteggersi dai predatori o dall'acqua.

La cera per vincere una medaglia 

Le cere per sci non sono tutte uguali e si basano su molti fattori che vanno tenuti in considerazione durante una gara: la consistenza della neve, la temperatura, l'umidità, il tempo atmosferico, il tipo di performance richiesta.
Naturalmente durante una discesa di velocità si dovrà usare un differente tipo di cera rispetto a chi invece pratica lo sci di fondo, così come una neve appena caduta vorrà un certo tipo di attrito a differenza di una neve più vecchia e quindi più compatta; usare la cera sbagliata può andare a inficiare anche di parecchio il rendimento di un atleta.

Ma come funziona?

Il primo strato applicato sul fondo dello sci è composto da idrocarburi (molecole, cioè, che hanno una lunga catena di atomi di carbonio) che formano con il materiale di cui questo è composto (di solito un materiale polimerico) un legame che fa in modo di tenere lontano lo sporco e, soprattutto, l'acqua.
Il secondo strato, che viene applicato sopra il primo, è composto invece da cere contenenti fluorocarburi (molecole che hanno, oltre al carbonio e all'idrogeno, anche il fluoro), queste cere sono più morbide di quelle idrocarburiche e quindi hanno l'effetto di aumentare la velocità, in quanto riducono l'attrito fra la superficie della neve e lo sci.

esempio di fluorocarburo

Lo scienziato Jeffrey Bates, della Utah University negli U.S.A., ha inoltre inventato un nuovo tipo di cera che non ha bisogno di essere riapplicata ogni volta che si deve usare lo sci, ma che può durare anche tutto l'inverno.
Questa cera riesce a inserirsi negli spazi incredibilmente piccoli (nell'ordine dei nanometri, cioè la miliardesima parte del metro) che esistono  nel materiale polimerico di cui è composto lo sci, rimanendo quindi lì anche per molto tempo prima di dover essere riapplicata.
Molti atleti in queste olimpiadi hanno usato e stanno usando questa nuova cera inventata da Bates, anche se lui sostiene di averla inventata principalmente per chi non è un atleta olimpico ma scia solo per divertimento.
Beh, che dire, grazie Jeffrey!


Quando si pensa alla chimica si pensa sempre a qualcosa di distante, un po' oscuro, forse persino pericoloso, eppure basta un po' di attenzione per accorgersi che può essere incredibilmente utile in tantissime attività, dal rendere una mela lucida e appetitosa fino a vincere una medaglia d'oro alle olimpiadi invernali. Un bel traguardo per un materiale spesso poco considerato e bistrattato come la cera.


Bibliografia:

  • http://www.chimicamo.org/chimica-generale/cere.html
  • https://www.sciencenewsforstudents.org/article/olympic-ski-racers-use-chemistry-enhance-their-performance

venerdì 9 febbraio 2018

I segreti della caffeina, la droga più diffusa al mondo




No, non avete letto male, ho detto proprio droga. Non tutti sanno (o sarebbero disposti ad ammettere) che quella tazzina di caffè al mattino senza la quale non si riesce proprio a svegliarsi, o la tazza di tè che si sorseggia mentre si legge un libro, non sono poi molto diverse da droghe molto più pericolose come la cocaina. 
Naturalmente gli effetti della cocaina, come di qualsiasi altra droga "tradizionale" sono ben più devastanti, eppure entrambi donano una diffusa sensazione di piacere, stimolano l'attività cerebrale e creano dipendenza, come chiunque di noi può testimoniare dopo qualche giorno di astinenza.
E a differenza della cocaina, la caffeina è generalmente diffusissima.
No, non correte subito a gettare via le vostre moka, non nascondete le teiere, potete star tranquilli, come ogni cosa è solo una questione di quantità, tanto che in piccole dosi la caffeina può avere anche effetti benefici.

Ma che cos'è la caffeina?

La caffeinà è, chimicamente parlando, un alcaloide contenuto all'interno delle foglie di alcuni particolari tipi di piante, come il cacao, il tè, la coca e il guaranà, inoltre è una sostanza psicoattiva, poichè interferisce con alcuni processi biochimici (come la sintesi di neurotrasmettitori) inducendo la stimolazione del sistema nervoso centrale e cardiovascolare, nonchè moltissimi altri effetti secondari su tutto l'organismo.
Caffeina
L'uso di questa sostanza ha origini antichissime: se ne trova traccia già in Messico nel 1500 a.C. ma fu con la scoperta dell'America che caffè, tè e cacao si diffusero un po' ovunque e in particolare in Europa, tanto che il caffè ormai può quasi essere considerata, qui in Italia, bevanda nazionale. Fu addirittura importantissimo per la nascita e la diffusione dei giornali, grazie ai famosissimi caffè parigini.

Molti credono erroneamente che la caffeina sia contenuta unicamente nel caffè, e che al contrario nel tè si trovi la teina, dando per scontato che siano due molecole diverse. 
L'errore deriva da un fraintendimento storico: inizialmente, infatti, la caffeina fu individuata e isolata nel 1819 dal chimico Friedrich Ferdinad Runge e solo successivamente, nel 1827, fu isolata dal tè la teina, creduta quindi una sostanza diversa. Ora, grazie ai moderni mezzi spettroscopici che ci permettono di vedere le molecole atomo per atomo, sappiamo che sono la medesima sostanza, la 1,3,7-trimetilxantina per chiamarla con il suo nome chimico (IUPAC), e furono proprio gli studi sulla determinazione della struttura della caffeina, e la sua successiva sintesi, che valsero al chimico Hermann Emil Fischer il premio Nobel nel 1902.


Nel tè inoltre, insieme alla caffeina, sono contenuti altri alcaloidi con proprietà simili, in particolare la teobromina che ha l'effetto di amplificare l'azione della caffeina nell'organismo.


La caffeina fa male?

Rispondere a questa domanda non è immediato come si potrebbe pensare.
Niente, infatti, è in forma assoluta tossico o benefico, ma si parla di Tossicità Acuta o Tossicità Cronica, ovvero quanto una tale sostanza sia tossica nel momento dell'assunzione o quanto sia tossica a lungo termine. 
Per quanto riguarda la tossicità cronica della caffeina, nessuno studio ha rilevato risposte certe in merito, mentre per quanto riguarda la sua tossicità acuta si hanno dati ben definiti: la dose di assunzione letale (per un individuo di peso medio intorno ai 70 kg) è stata stimata essere circa 10 g di sostanza, cioè l'equivalente di 170 tazze di tè (numero che può variare a seconda dei tipi di tè) e 130 tazzine di caffè assunte una dopo l'altra. 


D'altro canto, la caffeina è largamente studiata dall'industria farmaceutica a causa dei suoi effetti benefici.
Un uso classico di questa sostanza è come farmaco contro l'emicrania: il principio attivo fondamentale per il trattamento dell'emicraia è l'Ergotamina, il cui assorbimento è fortemente facilitato dall'azione della caffeina.
Inoltre, fra le azioni biochimiche della caffeina c'è il blocco delle funzioni dell'Adenosina, ed è questa caratteristica che ne fa un antidolorifico simile a i farmaci cosiddetti FANS.
Infine, è largamente usata a livello cosmetico come trattamento anticellulitico.




In conclusione, finchè non si esagera, eccedendo in maniera incontrollata e pericolosa, una buona tazza di tè o quel caffè così profumato subito dopo pranzo, sono un piacere fondamentalmente innocuo, nonostante le molte affinità fra la caffeina e una droga come la cocaina.
Un esempio di come, nel mondo che ci circonda e in particolare nello studio della chimica, simile non vuol dire assolutamente uguale e anche un dettaglio apparentemente insignificante faccia tutta la differenza del mondo.
Sarà pure la droga più diffusa al mondo, ma alla fine è una droga di cui possiamo benissimo non fare a meno.




Bibliografia:

  • I bottoni di Napoleone: come 17 molecole hanno cambiato la storia - P. Le Couteur, J. Burreson - TEA editore
  • http://www.lescienze.it/news/2002/09/02/news/il_caffe_come_la_cocaina_-589182/
  • http://www.pianetachimica.it/didattica/caffeina/caffeina.htm
  • http://chimichiamo.altervista.org/blog/teina-caffeina-unidentita-poco-nota/
  • http://blog.edoapp.it/caffeina-e-teina-che-differenza-ce/